Non trovo altre parole per indicare ciò che mi è successo negli ultimi mesi. Negli ultimi mesi della mia vita non mi è successo niente, proprio niente. Tutto ciò che ho fatto, scritto e pensato è solo un riflesso di ciò che chiamo “il grande sogno.”
Ho passato una vita a sognare, costruire mondi e racconti che mi spiegassero ciò che sentivo dentro di me. Ora invece, ho provato a vivere un sogno sulla mia pelle; certo, l’avevo già fatto, ma stavolta si tratta di un sogno meraviglioso e forte, uno di quelli che cambia la vita. Dopo aver vissuto questo sogno non sarò più lo stesso. Lei è bellissima, non solo esteticamente. Certo, mi piace, mi eccita, ma non è quello che mi interessa di più. Cerco la luce, la luce dei suoi occhi, il suo sorriso brillante come i suoi capelli, forse ancor di più. Ieri sera sono uscito con gli amici di sempre, quelli che conosco da una vita, quelli che non si stancano mai di fare le stesse cose, quelli come me.
Ieri sera mi sono annoiato perché a metà serata ho provato la sensazione di lontananza dal mio sogno, l’unica cosa che voglio fare, ripetevo ogni trenta secondi nella mia mente, è vedere lei. Già, lei. Da qualche mese vivevo per lei, senza nemmeno sapere il perché. Un sogno, come deve essere, nasce per caso, nasce da immagini recondite formato da sensazioni che escono allo scoperto dopo anni di oblio. Proprio così, i suoi occhi, raccoglievano in se tutto ciò che avevo nascosto o dimenticato nel corso degli anni che mi hanno formato così come sono adesso. Che stupido sono stato pensare di scollegare la mia vita con i mie mondi. Pensavo che avrei potuto vivere più vite contemporaneamente senza legarle tra di loro.
Ora non vorrei più vivere senza sogni, senza quel sogno. Già, lei. Lei è bellissima, sai? E’ dolce, mi riempie. Non mi completa, solo perché lei è già completa di suo. Non necessita di niente e di nessuno, è perfetta. Solo i sogni e le stelle non hanno bisogno di niente e di nessuno. Voglio vederla, non so quando riuscirò, spero tra pochi giorni. Ma è davvero un sogno? Certo che lo è, i sogni al mattino svaniscono, escono da noi stessi, ne resta solo il ricordo. Lei è così, uscirà dalla mia vita, così come è entrata, sbattendo la porta: ne sono certo, è un sogno. Dovresti vedere che occhi, che voce, che capelli e che profumo.
Sì, dovresti vedere anche il suo profumo, il suo profumo è eccezionale, penetra dentro di me creando visioni e immagini che non so bene definire. È strano, ogni tanto, vicino a lei, mi sembra di vedere il suo profumo. Credo sia in qualche modo il colore della sua ombra, il riflesso del suo spirito. Forte e deciso, colorato, profumato e invadente. Non si può resistere a questa situazione, è impossibile. Mi pare di vedere il suo profumo anche al telefono, eppure quando sono con lei cammino nel cielo blu come fossi una navicella spaziale; tutto veloce, tutto da un’altra prospettiva, tutto dinamico e mistico.
Io me ne sto lì, fisicamente immobile ad ascoltarla, a godere della sua persona, ma la mia mente scorre e corre veloce nelle immagini che questo sogno riesce a imprimere nella mia fantasia. Tra poco mi chiama, me l’ha appena scritto. Mi piacciono le sue chiamate, lei parla, mi chiede le cose, io rispondo con poche parole, pochissime, ma non mi importa.
Adoro dividere il tempo con lei, sia al telefono, sia di persona. Tutto prende un’altra dimensione: un secondo non è più un secondo, un giorno non è più un giorno. Queste dimensioni sono naturali, il giorno inizia e finisce con il sorgere del sole. Sarà sempre così, eppure lei modifica anche questo, cosa significa? E’ umanamente impossibile, non può essere nemmeno pensata un’idea del genere. Lei dice che esagero, lei dice che non è così, lei dice che non fa niente. Lei non capisce che da gennaio a oggi non sono passati mesi, sono passati attimi che sembravano infiniti, uno dopo l’altro questi si scioglievano di fronte a me per dare vita a quello che non avevo ancora capito, ma avevo sempre immaginato.
Non esiste il mondo irreale, fantastico. Tutto è vero, tutto è veritiero, basta trovare la chiave. Ho inventato un mondo fantastico che credevo non esistesse, invece, lei, chiavi in mano, ha sbattuto la porta come a dire: hai visto che il tuo mondo esiste? Sono io, lo vedi? Ecco, io l’ho visto, l’ho sentito, l’ho vissuto, l’ho ascoltato e l’ho desiderato. Ora ho solo una domanda che mi gira in testa: ma davvero l’ho creato io questo mondo?
Forse sì, forse no. Probabilmente l’aveva disegnato lei nei suoi occhi. Io l’ho solo copiato. Ma l’ho creato prima di conoscere lei, quindi non può essere. Ecco che sbaglio di nuovo, lei può tutto, ogni tanto me ne dimentico, deve aver preso un attimo passato, portato nel futuro solo dopo averlo fatto transitare nel presente davanti a me. Questi mesi mi hanno aiutato a vivere, ad annebbiare la mente.
Ora ho capito, nella sua vita ho dimenticato la mia.