ildio
Perso tra sintassi e caos mentale. ildio dà voce ai pensieri più nascosti che vivono nelle nostre memorie. Amore, rabbia, solitudine e finte speranze. Il collante di questo caos è uno solo: la confusione.
Agli occhi de ildio esiste solo un obbiettivo. Ridiscutere tutto: “Non esiste niente, non è mai esistito niente.”
E a chi crede di essere aggrappato a una verità ildio vuole aprire gli occhi: “Tutto finisce in un batter d’occhio. Tutto cade. La gravità ci trascina vero il basso. E laggiù, chiusi nelle nostre esistenze effimere, ci troviamo i nostri scheletri, i nostri dolori. La parte vera della vita non è quella che mostriamo. Ma quella che fingiamo di dimenticare.
Siamo errori. Siamo montagne di errori che camminano. E fingiamo così bene che finiamo per credere di vivere davvero.”
ildio vive e lavora dappertutto. Un senza dimora della vita. L’ultimo degli ultimi. Un agente del caos in un mondo costruito sulla menzogna.
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kvasir
La versione filosofica del caos. Un’espressione di dolore costante. kvasir incarna il desiderio di organizzare il caos con un’illusione momentanea in salsa filosofica. Di formazione tecnica e umanistica, kvasir rappresenta la sintesi tra utopia e caos.
“Le parole sono espressione dei nostri dubbi,” descrive kvasir in un’intervista mai pubblicata. Un accademico fallito. Un uomo senza speranze. Una maschera di confusione e lacrime. Disegnare un nuovo mondo è l’unica cosa che lo tiene in vita.
Fino a quando l’ordine dominerà il mondo, kvasir proverà a distruggerlo. Respiro dopo respiro, parola dopo parola, la sua vita finirà così come è iniziata: in un lungo pianto.